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Anelli (Fnomceo): resta il gap nord-sud, eguaglianza difficile

Professione Redazione DottNet | 24/03/2018 20:02

Serve urgentemente una riforma. Adesso tocca agli stati generali della professione medica

Si è svolto il primo Consiglio nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri sotto la presidenza di Filippo Anelli. Con la sua relazione, il presidente ha voluto sottolineare che il Ssn si occupa della promozione e del mantenimento della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione, nell'uguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio. Tuttavia, ha osservato, si tratta di "un'uguaglianza difficile da raggiungere: sia per le risorse a disposizione che per il livello di organizzazione, il grado di urbanizzazione e il capitale sociale del territorio di residenza".

Insomma ha insistito, "basta dare uno sguardo ai dati dell'ultimo Rapporto OsservaSalute per rendersi di come l'uguaglianza teorica di accesso ai servizi non si cali nella realtà poiché le crepe sono evidenti". Anelli ha poi puntato il dito contro le riforme degli anni '90 che hanno introdotto "meccanismi di carattere manageriale sostituendo gli obiettivi di salute con obiettivi economici": "Hanno trasformato il Ssn in un'azienda e dato rilievo a figure manageriali a discapito dei medici e degli operatori sanitari. Il rapporto tra medico e cittadino è stato minato dall'introduzione delle leggi di mercato, che hanno trasformato la salute in un prodotto".

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Per questo motivo il presidente ha chiesto una nuova riforma che ridia fiducia agli operatori sanitari e sia capace di ricucire la frattura tra il Nord e il Sud del Paese con il superamento delle diseguaglianze nell'accesso alla salute. Ha poi lanciato la proposta di indire gli Stati generali della professione medica, cioè di diventare operativi, "elaborando una originale e inedita progettazione". Quindi ha ricordato i punti critici principali della mozione approvata: il venire meno del ruolo del medico quale garante della salute del cittadino, i condizionamenti imposti alla professione che in molti casi non garantiscono la correttezza e adeguatezza delle cure, la rottura del patto di fiducia tra medici e cittadini

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